Il cacciatore: il realismo sporco della nuova serialità italiana

il cacciatore

Ecco un’anticipazione del making of de Il cacciatore, serie televisiva andata in onda su RAI2 e poi su Amazon Prime. Troverete l’articolo completo, curato da Davide Manca e con le foto di Floriana di Carlo e Stefania Rosini, sul prossimo numero di Fabrique du Cinéma.

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Il cacciatore (qui il nostro commento) è stato girato con due Red Dragon e una Blackmagic 4K, con la serie di ottiche Cook S4 e uno zoom Canon CN-E 30-300mm t2.9. Due le differenti testate fluide: una O’Connor Ultimate 2575d e una Cartoni Master mk2 con batterie Granite Bluespahe e trasmettitori video Teradeck bolt pro 300.

L’idea fotografica era restituire un’immagine cosmopolita ma con una forte connotazione italiana: il mio riferimento, dopo avere letto la sceneggiatura, è sempre stato il lavoro fatto da Pasqualino De Santis nei film di Francesco Rosi (primo fra tutti Il caso Mattei).

Nel confronto con Davide Marengo (regista degli episodi dal 7 al 12) abbiamo deciso che la grana tipica della pellicola anni ’70 avrebbe pienamente soddisfatto la nostra idea di realismo «sporco» e reso al meglio l’osservazione tipica della ripresa documentaristica con la luce il più possibile naturale e un alto contrasto. Naturalmente il progetto è stato condiviso con Stefano Lodovichi, regista degli episodi dal 1 al 6, con l’obiettivo di mantenere uno stile visivo costante per tutta la serie.

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