Ileana D’Ambra, la trasformista

Ileana D'Ambra in una scena di Favolacce
Ileana D'Ambra in una scena di Favolacce

Un esordio coraggioso

Ileana D’Ambra è una giovane attrice al suo debutto cinematografico accanto ad Elio Germano nel film Favolacce dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo (Orso d’Argento per la sceneggiatura a Berlino), da qualche giorno in onda sulle maggiori piattaforme streaming.

Vilma, donna-bambina

Scelta dai talentuosi fratelli romani per il suo volto “portatore di dolcezza”, Ileana D’Ambra si è messa in gioco con grande coraggio e ci ha regalato un personaggio senza filtri, Vilma, per la quale è ingrassata di quasi 20 kg.

Ti abbiamo vista nei panni di Vilma in Favolacce, vuoi raccontarci qualcosa di lei?

Vilma è una ragazza di 19 anni, vive e lavora con la mamma, il papà non lo vediamo, ed è fidanzata con Mattia. Lei però non è sola e si presenta fin dalla prima scena con un grembo gonfio che dentro contiene una bambina. Vilma la definirei una “middleclass decaduta”, come d’altronde tutti i personaggi del film.  È un personaggio pieno di contraddizioni: è molto bambina, lo si nota da aspetti estremamente infantili come il suo modo di vivere la femminilità e la sessualità. Un’altra contraddizione di Vilma è il contrasto tra il suo voler apparire gentile e i suoi naturali modi un po’ rudi e sgraziati.

Ileana D'Ambra al Festival di Berlino
Ileana D’Ambra al Festival di Berlino

Come sei stata scelta dai d’Innocenzo?

Io non credo nella fortuna, credo semplicemente che esista il momento giusto. Fare l’attrice per me è stata una scelta di vita legata a una passione innata. In questo mestiere devi avere le spalle larghe per accettare un quantitativo gigantesco di no e tradurli in occasioni per crescere e migliorarsi. È fondamentale essere resilienti e volgere al positivo quanto ti capita, perché è proprio grazie a questo che le esperienze personali diventano nuove “sfumature” di te nel tuo lavoro. Ecco, penso che con Favolacce sia arrivato il mio momento giusto.

Vilma è stato un personaggio impegnativo dal punto di vista psicologico ma anche fisico, considerando che per interpretarlo hai dovuto prendere quasi 20 kg.

In realtà, nonostante l’iniziale difficoltà, credo sia proprio grazie a questo importante aumento di peso che mi sono realmente calata nel personaggio di Vilma. Fin da subito il mio viso, scelto dai fratelli D’Innocenzo perché – dicono – “portatore di infinita dolcezza”, con l’aumentare dei chili cambiava e diventava altro, così come il mio fisico e il mio portamento. Ero goffa e scoordinata, con un’andatura da camionista! Ho capito che Vilma stava prendendo forma dentro di me.

Questo è stato il tuo primo film, che effetto ti ha fatto il set?

Inizio dicendoti che Fabio e Damiano riescono a rendere veramente semplici anche le cose più difficili. Da subito è scattato come un “clic” tra di noi, una sintonia e una stima reciproca che ha reso tutto estremamente naturale. Non dimenticherò mai il primo giorno sul set. Avevo l’adrenalina a mille e non appena sono arrivata mi sono detta: “Ok, questo è il mio posto, sono a casa mia!”. È esattamente per questo che spero di continuare a fare il cinema, perché mi sono veramente sentita al mio posto come mai sentita prima. La prima scena che ho girato, ambientata in un mercatino, per me non ha semplicemente rappresentato la nascita di Vilma, ma è stato anche l’inizio di un percorso di cambiamento personale. Una cosa con cui ho dovuto da subito fare l’abitudine sono stati i piani strettissimi sul mio viso e sul mio corpo. Prima dell’inizio delle riprese ho trascorso due giornate con Paolo Carnera, il direttore della fotografia, e con lui ho assistito ai provini per la camera e alla scelta degli obiettivi e delle lenti. È stato molto utile perché ho imparato e capito quello che poi ho ritrovato sul set.

Ileana-D-Ambra
Un ritratto di Ileana D’Ambra

Favolacce è uscito in un momento difficile e ci ha tenuto compagnia durante un periodo di isolamento forzato. Tu come hai trascorso il lockdown? Cosa ne hai guadagnato?

Ovviamente il radicale cambiamento di quotidianità che mi ha portata a passare da ritmi serrati e pienissimi a giornate lente e vuote, soprattutto all’inizio, è stato duro. Anche se il mio lavoro mi ha aiutata perché mi ha abituato a una routine mai scandita da orari fissi e allo stare molto spesso da sola, a studiare, a pensare, a guardare film. L’inizio del lockdown ha combaciato con il mio ritorno da Berlino, Favolacce aveva appena vinto l’Orso d’Argento per la sceneggiatura e io ero gasatissima. Mi sono guardata allo specchio e mi son detta: “Vai Ileana, questo è il tuo momento!”. Insomma ero pronta a non fermarmi più, ma una sorte ironica ha deciso di chiudermi in casa. Le mie giornate sono state altalenanti: a volte mi svegliavo piena di voglia di fare altre, quelle più no, le passavo a letto, tra libri e pensieri. La cosa bella è stata che durante questo periodo ho avuto la possibilità di sentirmi veramente vicino il mondo fuori. Mi spiego meglio: fin da piccolissima, ho sempre avuto una grande empatia verso gli altri e durante l’isolamento forzato mi sono sentita un tutt’uno con il mondo che insieme a me soffriva, cambiava e si adattava passo dopo passo.

Nuovi progetti? Hai già qualcosa in mente?

Al momento c’è un progetto di cui però per ora preferisco non dire nulla. Parlando in generale del futuro comunque spero che questo brutto periodo ci abbia finalmente fatto capire quanto la cultura sia importante per tutti. Spero che l’industria cinematografica possa riprendere al più presto, perché senza i film in questi lunghi giorni chiusi in casa non ce l’avremmo mai fatta!  Come dice poi lo scrittore Stefano Massini, quando viene a mancare la cultura emergono emozioni come la paura e altri sentimenti che inducono alla violenza.

Mi piace concludere le mie interviste con una domanda. Se dopo di me potessi prendere un caffè con una persona per te importante, con chi lo prenderesti?

Oddio, questa è una domanda davvero difficile [ride ndr]… Posso dirti due persone? La prima sarebbe sicuramente stata Goliarda Sapienza, di cui in questa quarantena ho finito di leggere L’arte della gioia, un libro rivoluzionario, con una figura femminile in continua evoluzione. La seconda invece è Marion Cotillard, attrice di quel cinema francese che tanto amo. Non ti nego che uno dei miei più grandi sogni è quello di lavorare in un set internazionale, sono certa che mi arricchirebbe tantissimo. Sì, direi che farmi due chiacchiere con Marion mi farebbe molto piacere!