Frah Quintale: un campionario incredibile di storie a colori

Frah quintale

Gemello abbandona la scena con ancora addosso il suo naturale carico di elettricità. La sala dell’Italian Attitude Stage vive una stasi di passaggio, ancora più piena di prima con l’aria che si fa più canicolare, movimenti intorno al bar, folla accalcata sotto al palco, quando l’orologio annuncia l’una di notte ed il pezzo forte di giornata si fa attendere. Luci vermiglia, riflessi indaco, fari che orbitano sul vapore umano, sul calore ansante di migliaia di respiri congiunti, prima che appaia una testa tonda, una papalina anni ’90, un camicione largo a maniche corte ed una presenza a metà tra Giuliano Sangiorgi e Space One, il pubblico grida, i cellulari si alzano al furore di un concerto che deve ancora iniziare.

Frah Quintale è sul palco e attacca subito con uno dei suoi pezzi più riusciti, ma è il microfono a fare le bizze e la sua voce si perde in mezzo ai suoni dei suoi orchestrali ed al coro di tutti i presenti, ma è un peccato e lo percepiscono tutti, così una volta terminata la musica il buon Frah ricomincia, a cappella, trascina il suo pubblico e ricomincia da capo, con i suoi otto miliardi di persone e nessuna voglia di tornare a casa. I pezzi da fare sono tanti, adesso che il microfono funziona bene, adesso che l’ambiente si fa ancora più caldo, tra la pioggerella che punzecchia la strada all’esterno ed il sudore che puntella le fronti all’interno. Una dopo l’altra le canzoni si accavallano ed è quasi una sorpresa rendersi conto di come siano tutte giuste, una dopo l’altra sembrano una selezione di una lunga carriera e non la sequenza che caratterizza poco più di un album e mezzo di storia, i pezzi più deboli sono pochi e forse non ce ne sono.

Frah quintale

Frah Quintale ha talento, è innegabile, le parole si incastrano armoniose una sull’altra, retaggio da rap, amore pop, scorza indie, ogni strofa funziona, la sua direzione è precisa e probabilmente scavalca tanti indecisi che questo processo di evoluzione dall’Hip Hop lo avevano tentato prima di lui, compreso lo stesso Coez. Frah Quintale funziona e funziona anche sul palco di Spring Attitude, in questa curiosa veste autunnale, e funziona così bene che quasi non si respira, per la gente che continua a sopraggiungere e per un coro senza sosta che attraversa l’intera scaletta, da “Branchie” a “Stupefacente”, da “Chapeau” amputata di Carl Brave alla più intimista “Accattone”, prima di tornare su con la divertente “Sì, ah”, recitata con saltelli da tutti i presenti. La splendida “Missili” alla quale manca il timbro inconfondibile di Giorgio Poi, poi “Cratere”, “Gli Occhi”, “Gravità”, e sembra un peccato non citarne qualcuna, come non cantarle, non seguire le sue braccia al cielo, prima dei giochi con l’autotune, prima di una serata che sembra appena cominciata.

Hai visto mai che c’è un altro cantante in circolazione che forse non sparisce dopo due pezzi passati in radio. Hai visto mai che forse adesso quello spazio è conquistato e non dovuto, se anche un festival dal sapore internazionale come Spring Attitude ha scelto di dedicare un intero Stage ai prodotti di casa nostra, lasciandogli un ruolo di primissima rilevanza. Non che prima non accadesse, vedi Cosmo e i Coma_Cose, ma mai come ora c’era tutta questa voglia, che ci piace definire necessaria. E balliamo senza testa al centro di questa festa. Frah Quintale regge la scena e la reggono i suoi pezzi, scorrono altri fiumi di frasi, di amori persi e rincorsi, di letti freddi, di camminate nei treni la notte a riconoscere i nomi sulle scritte disegnate, lo stesso nome che adesso trovi sulla locandina di un concerto, a raccontare le sue storie di provincia, di alcol e occhi rossi, di lampioni spenti, rumeni ubriachi e cattive compagnie, di storie a colori, anche quando la strada ed il cielo hanno lo stesso grigio.

Frah quintale

Non ci sono capolavori, ma canzoni fatte a mestiere, non c’è De André, ma un campionario di vita credibile, sincera, viva, quel male d’amore che si ripete non porta troppa poesia, ma un po’ di droga, bottiglie di birra e notti sbagliate, come tutti noi, Frah Quintale da Brescia non è qui per salvare la musica, non è qui per salvare nessuno, forse solo sé stesso, facendolo però ci sta regalando tante piccole perle che rimangono in testa e in bocca, cantandole con lui ed in macchina sulla via buia del ritorno. E se per stare un po’ in giro cerchiamo ancora un motivo, oggi ne abbiamo trovati parecchi, perché preferiamo Roma quando c’è Spring Attitude e sul palco ci sono artisti come Gemello e Frah Quintale.

Le foto sono una gentile concessione di Spring Attitude.