The Ladies Diary: come un doc indipendente approda su Amazon

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Still da "The Ladies Diary"

Sei donne provenienti dal Myanmar. Sei mestieri molto diversi tra loro. E sei storie di vita uniche nel proprio genere.

“The Ladies Diary”: un progetto nato da un’idea originale

Così potrebbe essere riassunto The Ladies Diary, nuovo documentario italiano prodotto dalla casa di produzione indipendente bresciana Walking Cat Productions e distribuito in esclusiva su Amazon Prime. E, proprio in occasione dell’uscita del film sulla nota piattaforma, Fabrique ha avuto il piacere di intervistare Sara Trevisan e Luca Vassalini, rispettivamente la regista e l’autore del progetto.

Un’idea non scontata la vostra.

Luca: È una storia più lunga di quanto sembri! Con gran parte dei collaboratori, ci conosciamo fin dal liceo o dall’università e, nonostante la vita ci abbia portato in certi momenti su strade diverse, abbiamo sempre avuto una passione in comune: il cinema. Nella speranza di poter creare qualcosa di nuovo e stimolante, l’anno scorso abbiamo fondato una casa di produzione, la Walking Cat Productions, con una linea editoriale ben precisa: raccontare realtà all’apparenza diverse dalla nostra. Proprio per questo motivo, dopo varie ricerche, ci siamo interessati al Myanmar, che ci ha offerto tanti spunti. Naturalmente, non volevamo restituire l’immagine da cartolina che spesso viene rappresentata sul piccolo e grande schermo, ma desideravamo raccontare il paese reale e i suoi abitanti.

E avete deciso di raccontare la storia di diverse donne…

Sara: Esatto! In realtà, l’idea di mostrare il mondo femminile c’era fin dall’inizio. Il caso del Myanmar è infatti molto interessante in questo senso: ad uno sguardo esterno, si ha un’immagine idealizzata della nazione, così come delle figure femminili che la popolano. Ma noi volevamo mostrare come fosse lo status della donna nel suo quotidiano, raccontando di figure comuni molto diverse tra loro. Era importante per noi far capire che, oltre a esponenti politiche come Aung San Suu Kyi, c’erano e ci sono tante voci di donna che è ugualmente importante ascoltare.

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Una delle protagoniste di “The Ladies Diary”

Come avete scelto le protagoniste di The Ladies Diary?

Sara: Volevamo sei donne, e quindi sei personalità, diverse le une dalle altre. Ci interessava molto il lato spirituale, perché nel Myanmar la componente buddhista è predominante. Per questo, abbiamo fin da subito cercato una monaca e ci siamo imbattuti in Ketu Mala, una ragazza molto giovane ma che si è prodigata in prima persona per la comunità. La figura della donna è poco considerata nel buddhismo, e le monache sono spesso viste quasi come un peso, ma Ketu Mala è la prova del contrario.

Luca: Le altre protagoniste le abbiamo poi scoperte un po’ alla volta: il nostro obbiettivo era raccontare storie di donne che portavano avanti battaglie, e che ci permettessero di restituire l’immagine di un paese scisso tra modernità e tradizione. Abbiamo deciso raccontare la vita di una giornalista, che è anche madre, e deve gestire un lavoro imprevedibile e la famiglia. Oppure, di una lottatrice di arti marziali, che combatte – letteralmente! – contro gli stereotipi che vogliono la lotta come uno sport maschile. O ancora, di una cantante rock, che gestisce una propria scuola di musica, nonostante la giovane età.

E una volta finito, siete arrivati ad Amazon.

Luca: La post-produzione è stata rapidissima, grazie paradossalmente al lockdown. Abbiamo montato da remoto e rifinito poi in laboratorio, una volta che le misure si sono allentante. E poi, sì, è arrivato Amazon… Non ce lo aspettavamo! Semplicemente, abbiamo avuto modo di mostrare loro il film, ed è piaciuto.

Cosa si prospetta nel vostro futuro?

Sara: Continueremo ad esplorare il genere del documentario, che sentiamo particolarmente vicino a noi, perché permette di raccontare la società e il mondo di oggi. Ci sono progetti sul tavolo, nonostante l’incertezza Covid, ma continuiamo le nostre ricerche di mondi lontani. Tuttavia, più cerchiamo, più troviamo punti di contatto con la nostra cultura… Comunque, chi lo sa, magari in futuro racconteremo qualcosa di più geograficamente vicino!