Rodolfo Gusmeroli. Videoclip, Scorsese e anni Settanta

rodolfo gusmeroli

David Fincher, Michel Gondry, Spike Jonze: sono solo alcuni degli autori che si sono fatti le ossa con i videoclip, sperimentando, limando, affinando la propria idea registica fino a dirigere, poi, capolavori. Un ottimo modo per cominciare, soprattutto se, a ventuno anni, ci sono già le idee chiare sul proprio futuro. O, almeno, la volontà di provarci fino in fondo. È il caso di Rodolfo Gusmeroli, giovane regista di Arona, in provincia di Novara. Ha da poco vinto il premio rivelazione al Roma Videoclip, per la regia di Out of the City!, della band indie Keemosabe. Abbiamo deciso di incontrarlo per farci raccontare qualcosa su questo primo tassello per la sua carriera.

Iniziamo dal videoclip: com’è nata l’idea?

Avevo già lavorato con i Keemosabe, sia dirigendo altri videoclip, sia curando le loro locandine. Li conosco da tre anni, quindi abbiamo concepito l’idea assieme, seguendo il senso della canzone: la fuga. Ho deciso di calare tutto in un contesto di criminalità anni ’70, molto citazionista e pop. Per Out of the City! volevo proprio creare un omaggio/parodia di quel tipo di cinema.

rodolfo gusmeroli

Infatti hai girato il videoclip come se fosse un corto.

Esattamente, anche se le esigenze della canzone mi impedivano di dilungarmi troppo. Però ho voluto evitare i momenti della band in playback, proprio per dare più spazio alla storia.

Quali sono state le difficoltà nella realizzazione dell’idea?

Diciamo che ci siamo arrangiati. Il nostro budget era di 6 euro, tutti spesi in lacca per capelli, dato che a uno dei ladri non stavano a posto. Gli attori sono i membri della band, le macchine le hanno prestate mio zio e un altro amico, le location rimediate. Il tutto in due giorni, con il secondo di pioggia. Ma il risultato è stato apprezzato e premiato.

Come ti sei avvicinato alla regia?

Diciamo che l’arte è una cosa di famiglia: mia madre è pittrice, mentre mio padre fa il collezionista. Sono sempre stato in mezzo a opere e mostre, da lì la mia passione per il disegno. Poi ho iniziato a suonare, mentre il cinema l’ho scoperto un po’ per caso, con una videocamera vecchia trovata in casa. Ho capito che fare regia era il modo per unire tutte queste mie passioni in una sola unità.

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E adesso?

Ho finito gli studi alla Roma Film Academy, poi scritto e diretto un cortometraggio sempre a Roma che attualmente è in post-produzione: Sturling, su un supercattivo, perché alla fine i fumetti tornano sempre. Una volta terminato proverò a mandarlo a vari festival e poi vedremo. Mi ispiro molto a Scorsese e alla sua estetica, alle sue trovate geniali, come in Casinò. Questa è la mia idea di cinema: pop, d’impatto e, sì, anche positivamente trash. Inizio da qui.