Zooschool: il primo social-horror del cinema indie italiano

Zooschool
Un'immagine da "Zooschool" di Andrea Tomaselli.

Cosa succede se le regole del genere horror vengono applicate al sistema scolastico del nostro paese? Lo racconta Andrea Tomaselli nel suo film Zooschool, ora disponibile su
Amazon Prime Video, distribuito da Direct to Digital.

Zooschool è un film di genere ma anche un film di denuncia: un intreccio possibile
proprio grazie alla libertà concessa da un progetto low-budget, slegato da logiche di mercato ed emblema di un modo alternativo di far cinema. Tomaselli indaga il sistema-
gabbia della scuola di oggi utilizzando i codici dell’horror e lasciando che il contesto assuma le sembianze di uno zoo. Così l’orrore deforma ma svela anche, spingendo la
narrazione oltre i limiti del verosimile, come nei film a cui il regista si è ispirato: Indagine
su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, Ken Park di Larry Clark, Caché –
Niente da nascondere di Michael Haneke.

«Così come accade in quei film, l’obiettivo è quello di raccontare un microcosmo ad alto
valore simbolico, un mondo dove situazioni eccezionali, diventano denunce di tendenze
terribili quanto sotterranee, profezie indicibili» racconta Andrea Tomaselli. «Io credo
che l’organismo scuola sia un organismo malato. E credo sia indispensabile che il
cinema, come la letteratura, inizino a denunciare questa malattia. Finché si continuerà a
dare della scuola una versione cinematografica conciliante, tramite il genere della
commedia o delle fiction tv, non si starà facendo altro che anestetizzare le tante ferite
attraverso cui una strategia dell’ignoranza e del consenso ammorba il luogo che più di
ogni altro dovrebbe formare i cittadini».

La trama

Sono le 14. Un altro giorno di scuola è finito. Gli allievi tornano a casa. Un docente, in preda a un raptus scatenato dal licenziamento, si introduce nell’edificio per dare fuoco ad
alcuni documenti. Prima che il disastro si compia, torniamo indietro nel tempo, per
conoscere una galleria di personaggi che hanno smarrito la propria umanità al punto da
assomigliare ad animali così pericolosi che è meglio osservarli da dietro le sbarre di una
gabbia. Una Dirigente pronta a sacrificare ogni principio educativo agli interessi economici
dell’istituto; la sua più stretta collaboratrice che strumentalizza il potere per sfogare i
propri istinti sadici; un docente di educazione fisica che ricatta un alunno per ottenere
favori sessuali; una professoressa che paga, col proprio collasso mentale, le assurde
condizioni di lavoro a cui è costretta dal precariato.

Zooschool immagine
La locandina di “Zooschool”.

Zooschool: un modo alternativo di fare cinema

Finanziato da una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo, Zooschool
nasce da un progetto produttivo preciso, attraverso un sistema di co-producers. Cast
artistico e troupe tecnica si sono impegnati come parte attiva nel film quantificando il loro
lavoro in una quota percentuale di proprietà del film stesso e del conseguente utile. La selezione delle idee e il risultato finale dipendono dunque da una collaborazione
creativa e interattiva, distante per natura dal processo tipico delle produzioni a budget
elevato. In ultima fase è subentrata la società di distribuzione internazionale Direct
to Digital, nata nel 2020 durante il lockdown, proprio con l’obiettivo di valorizzare il
ciclo vitale di prodotti audiovisivi sfuggiti al mercato. Con Zooschool, ora disponibile su
Amazon Prime Video, la società abbraccia ancora una volta un progetto indipendente di
valore, distribuendo cortometraggi, film e documentari sulle piattaforme digitali.