Le Film Commission, intervista a Cristina Priarone

La presidente di Italian Film Commissions Cristina Priarone
La presidente della Italian Film Commissions Cristina Priarone

Cosa sono le Film Commission e come operano per sostenere lo sviluppo della produzione e della cultura cinematografica in Italia? Fabrique ne ha parlato con Cristina Priarone, Direttore Generale di Roma Lazio Film Commission dal 2007 e Presidente della Italian Film Commissions.

Nate a partire dalla seconda metà degli anni Novanta sul modello di alcune esperienze avvenute in Europa nel decennio precedente, le Film Commission italiane nelle ultime due decadi si sono sviluppate con sempre maggiore forza e organicità come un vero e proprio punto di riferimento per l’industria audiovisiva nazionale e internazionale, muovendosi in primis nell’ambito del rapporto tra produzione cinematografica e territori locali. Per approfondire le molteplici attività portate avanti dalle Film Commission e le opportunità che esse offrono per la crescita del settore audiovisivo, abbiamo incontrato Cristina Priarone, da anni una delle figure più rilevanti di questo mondo che a fine gennaio è stata eletta Presidente della Italian Film Commissions, l’associazione che riunisce 18 Film Commission operanti nel nostro Paese.

Di cosa si occupano le Film Commission e come si sono evolute nel tempo?

Inizialmente nascono per un unico scopo: fornire alle produzioni cinematografiche un supporto in fase di ripresa in un determinato territorio. Un primo successivo passaggio è stato quello di trasformarsi da semplici strutture di servizio a veri e propri strumenti strategici, vale a dire strutture attraverso cui una Regione, un territorio o una città riconoscevano strumenti per attirare produzioni, oltre che per assisterle, e per elaborare operazioni di marketing territoriale ben definite. Più avanti poi le Film Commission sono diventate anche enti di veicolo e promozione di fondi di supporto al cinema e all’audiovisivo e hanno acquisito una dimensione sempre più regionale, sancita definitivamente dalla legge Franceschini che qualifica le Film Commission come soggetti di ispirazione pubblica e respiro regionale. Queste in sintesi sono state le tre grandi fasi di evoluzione e ad oggi le Film Commission agiscono su uno spettro sempre più ampio di attività, che coinvolge anche la promozione degli eventi culturali e la formazione.

In questo contesto qual è il ruolo giocato dall’associazione IFC, l’Italian Film Commissions?

Il grosso lavoro che ha fatto Italian Film Commissions negli ultimi anni è stato quello di innescare un meccanismo virtuoso di unità tra le Film Commission, in passato caratterizzate anche da una forte concorrenza fra loro, valorizzando le specificità di ognuna ma in un’ottica di azione sinergica che permette di presentarsi in maniera più forte e riconoscibile nel contesto di un mercato del cinema e dell’audiovisivo sempre più globale e competitivo. Così, mentre a livello internazionale le Film Commission si strutturavano in grandi network, a partire da quello americano della AFCI e da quello europeo della EUFCN, in Italia il progetto della IFC ha preso sempre più corpo.

LA IFC però non si muove solo in ottica internazionale.

Se la promozione all’estero avviene in maniera ormai consolidata e coordinata con importanti partner quali la Direzione generale Cinema del MiBACT, l’Istituto Luce Cinecittà, ANICA e Agenzia ICE, la IFC segue infatti anche due altre importanti linee di attività: l’armonizzazione di fondi, bandi e procedure regionali per agevolare il lavoro dei produttori che vogliono accedervi nei vari territori e, con il supporto della Direzione generale Cinema e della Direzione generale Musei del MiBACT, la sistematizzazione di modalità più chiare ed efficaci per aprire i beni culturali al cinema, che preveda anche tariffe accettabili.

Concentrandoci più specificatamente sulla Roma Lazio Film Commission, quali sono i fondi messi a disposizione?

Grazie al lavoro del Presidente Zingaretti, la Regione Lazio negli ultimi anni è riuscita ad ottenere molte risorse per il cinema e l’audiovisivo da fondi europei e ad oggi la dotazione è di 23 milioni di euro, una delle più grandi d’Europa tra i finanziamenti a fondo perduto. Di questi, circa 10 sono destinati a un fondo automatico a consuntivo cui i produttori laziali possono accedere a riprese terminate e circa 3 vanno ad attività come festival ed eventi che nella nostra regione promuovono il cinema e l’educazione del pubblico. Il fondo più distintivo e caratterizzante dell’attività della Roma Lazio Film Commission e della Regione Lazio è però Lazio Cinema International, specificatamente dedicato alla coproduzione e grazie al quale i produttori con base nel Lazio possono avere un sostegno ingente se coproducono con un produttore estero. Questo fondo, strutturato in due finestre annuali, ha condotto a dei risultati straordinari, poiché da quando è stato attivato le coproduzioni in Italia sono aumentate del 35%. Puntare sulla coproduzione è fondamentale in quanto si tratta di una leva importantissima, in grado di portare i nostri produttori ad aprirsi e ad interagire in uno scenario globale colmo di opportunità. Un consistente supporto alla coproduzione genera possibilità di crescita per l’intero settore audiovisivo italiano, anche per i produttori più giovani, per i quali aumentano così le occasioni d’interazione produttiva.

In che direzione ci si sta muovendo per far crescere ancora di più l’impatto della Film Commission nei prossimi anni?

La Roma Lazio Film Commission ha tante linee di attività aperte. Di recente abbiamo dato vita a una promozione molto innovativa nei territori rendendo le location visionabili attraverso la realtà virtuale e incontriamo costantemente tutti i sindaci del Lazio, insegnando alle amministrazioni come capitalizzare in ambito audiovisivo le ricchezze che hanno. Spesso, al di là delle difficoltà che i Comuni possono incontrare sul piano finanziario, è possibile lavorare per sfruttare al meglio location, spazi, giovani talenti o imprese disposte ad investire. Detto questo, come già fatto nel contesto della coproduzione, mi piacerebbe fare una grossa rivoluzione anche nel campo della postproduzione. Quello della postproduzione è un comparto che garantisce continuità occupazionale, può attrarre molti investitori esteri e nel territorio laziale ha notevoli possibilità di sviluppo e crescita. Aprire una linea di azione sul sostegno alla postproduzione rappresenta una strategia vincente, del resto già attuata da diversi paesi europei che in questo sono molto aggressivi.

Da quest’anno è attiva anche una partnership con il Premio Strega.

Esattamente. Difatti un altro ambito su cui mi piacerebbe molto puntare come Roma Lazio Film Commission è quello della creatività, per promuovere la connessione fra il mondo della produzione audiovisiva e quello della letteratura, che sta davvero vivendo un momento magico grazie ad esempio al successo internazionale de L’amica geniale e Gomorra. Collaborando con il Premio Strega ma anche con la Writers Guild Italia, l’associazione degli sceneggiatori italiani, stiamo iniziando a organizzare diverse attività per accompagnare un percorso di crescita di tanti talentuosi autori italiani.