Spera Teresa, il successo a ogni costo

Spera Teresa
In esclusiva per i lettori di Fabrique la visione gratuita, per un periodo di tempo limitato*, dei corti più premiati degli ultimi anni: i loro autori sono registi giovani e promettenti, e noi scommettiamo sul loro talento. 
Solo per oggi in esclusiva il nuovo corto di Damiano Giacomelli, Spera Teresa, vincitore dello scorso Torino Film Festival, un mockumentary ambientato nell’emergenza post terremoto delle Marche dal finale sorprendente, interpretato da Rebecca Liberati e con un imperdibile cameo di Iva Zanicchi.

Dopo gli studi in comunicazione multimediale e in scrittura cinematografica, dal 2010 Damiano Giacomelli indaga le comunità dell’entroterra appenninico attraverso progetti filmici, iniziative di formazione cinematografica con Officine Mattòli e la direzione artistica del festival Borgofuturo. Ha lavorato come sceneggiatore per lungometraggi e serie web. Ha diretto diversi prodotti audiovisivi, tra cui documentari per la TV e cortometraggi promozionali.
Dopo Un rovescio (2014) e La strada vecchia (2018), Spera Teresa (2019) è il suo terzo cortometraggio.
Nel 2019 esce anche il suo primo documentario per il cinema, Noci sonanti. Il film è in concorso al Biografilm – International celebration of lives, dove vince il premio Hera – Nuovi talenti, per la miglior opera prima.
Damiano, possiamo considerare il tuo come un cinema delle origini? Quasi identitario?

Tra i luoghi che ho frequentato, quello in cui abito è forse il più lontano dai centri principali del fare cinema. Così quando lavoro faccio poco riferimento alle tendenze e molto al rapporto con la realtà che mi circonda. La provincia delle aree interne ormai è questione di reduci. Spesso mi trovo a indagare situazioni in cui qualcuno incontra (o si scontra con) le omologazioni della società di massa. Tanto chi resiste, quanto chi aderisce, lo fa spesso in modo sghembo e non allineato. Ne deriva un disadattamento che oggi risuona in tante anonime province dei paesi occidentali.

Spera Teresa, che si è aggiudicato la vittoria al TFF, sembra collocarsi a metà tra la fiction e il documentario sociale.

L’ho scritto in mezza giornata nell’immediato post-sisma, tra un trasloco e l’altro. Al centro del corto c’è un personaggio, Teresa, costruito sulla sua ottima interprete: Rebecca Liberati. L’altro ingrediente è un nuovo quartiere della mia città, nato tra un magazzino di fallimenti e uno dei più grandi villaggi container in Italia. Avevo iniziato a giocare col mockumentary per promuovere il festival Borgofuturo. In Spera Teresa ho ripreso quel linguaggio con maggiore studio e progettazione, cercando però di mantenere l’energia grezza che può veicolare.

(ringraziamo Stefania Covella)

* Scaduto il termine, il corto integrale è sostituito dal trailer.