Moses Christopher: superare i limiti con la musica

Moses Christopher
Moses Christopher, cantautore e produttore: è da poco uscito il suo EP "Perception".

Ho trovato Moses Christopher per caso. Stavo scorrendo le mie storie su Instagram quando mi sono imbattuto in una delle sue canzoni e sono rimasto profondamente colpito. Ho pensato che sarebbe stata una buona idea saperne di più sulla musica di questo artista gentile e disponibile.

Questa è la tua prima intervista con una testata italiana. Parlami di te.

Mi chiamo Moses Christopher, sono un cantautore, musicista e produttore attualmente residente ad Aveiro, in Portogallo. Sono nato negli Stati Uniti vicino a New York e sono di origine portoghese e italiana. Oltre alla mia passione per la musica, sono molto attratto dalla natura e dagli sport all’aria aperta come l’escursionismo, la mountain bike, il surf e lo skateboard. La connessione con la natura è diventata una parte essenziale della mia ispirazione musicale.

Sulla tua pagina Instagram hai molti video in cui ti esibisci per strada in diverse città. Cosa significa suonare per strada?

Suonare ed esibirsi per strada significa molte cose per me ed è diventata una parte importante del mio viaggio come artista e performer. Suonare per strada mi ha aperto molte porte e mi ha aiutato a evolvermi come cantautore e artista. È una prova di perseveranza e pazienza e dovrebbe essere un rito di passaggio per molti cantanti. Non è facile e a volte può essere piuttosto umiliante. Mi ha aiutato a capire quanto amassi davvero la musica e so che continuerò nonostante tutto a suonare per la gente.

Come è cambiato il tuo approccio alla musica nei tuoi dieci anni di attività?

Sento di essere cresciuto e di essermi evoluto come cantautore e anche come produttore. Mi sforzo di andare sempre più in profondità e superare i miei limiti come artista e ora, con l’esperienza, sento di potermi esprimere ancora più facilmente e in modo più chiaro attraverso la mia musica. Sono più vicino a fare l’arte che mi piace. 

Moses ChristopherNel 2021 hai vinto due premi con due canzoni che appartengono a generi completamente diversi: hip-hop/rap e dance. Qual è il tuo genere preferito?

Gli stili musicali che preferisco sono il rock e il blues. Tuttavia mi sono preso del tempo per studiare e conoscere anche altri generi, questo il motivo che mi ha spinto a collaborare e produrre diversi generi musicali. 

Puoi dirci qualcosa sul tuo EP Perception pubblicato da poco?

Perception è il mio primo EP ufficiale ed è stata una esperienza importantissima per me. Ho scritto, registrato e prodotto tutta la musica da solo nel mio studio. L’ho fatto durante la pandemia, che ovviamente ha avuto una grande influenza sullo stile e sulle canzoni. Durante il processo di scrittura e registrazione sono stato in grado di elaborare, destrutturare e razionalizzare molti pensieri e sentimenti che non sarei mai stato in grado di fare senza la musica. Non è stato facile lavorare tutto da solo, ma è stata una grande opportunità per mettere alla prova i miei limiti e le mie capacità.

Ci sono due canzoni che mi hanno colpito particolarmente: We are all Refugees e Escape. Puoi raccontarci la loro storia?

We are all Refugees è stato scritto durante il periodo in cui vivevo a Porto, in Portogallo, nel 2016. C’era la guerra in Siria e molti rifugiati stavano migrando verso i paesi europei in cerca di pace e libertà. Ho avuto il piacere di incontrarne parecchi e questi incontri mi hanno aperto gli occhi sulle disuguaglianze e ingiustizie di questo mondo. Ho iniziato a comporre la canzone per le strade di Porto, dove ho girato il videoclip della canzone. Volevo condividere il messaggio che alla fine siamo tutti rifugiati e dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri. Tutti cercano amore, pace, amici e una casa, noi non siamo poi così diversi da coloro che sono costretti a lasciare il proprio paese e fuggire. Escape invece è stato scritto durante la pandemia mentre lavoravo al mio EP Perception. Come molte persone durante quel periodo ho iniziato ad avere molte paure e pensieri negativi; meditavo quasi ogni giorno e facevo esercizi di respirazione, ma non sembrava aiutare. Il pensiero della costrizione, della lontananza dalla natura e dalle altre persone è stato la radice della mia ispirazione dietro la canzone