Quasi ora: tra ritratto familiare e conflitto

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Roma. Una famiglia borghese italiana, durante il pranzo, parla dei problemi che affliggono la nazione. E Lili, adolescente energica ed intelligente, critica aspramente la generazione del padre per aver lasciato in eredità un mondo peggiore, fatto di un presente difficile, di totale mancanza di fiducia nel futuro, populismo e razzismo pericolosamente dilaganti, una guida politica incerta e un’idea di Europa ben lontana da quella iniziale. Problemi piuttosto risaputi. Ma non tutto è come sembra. 

Partendo da un maestro come Pasolini e dalle riflessioni della senatrice Liliana Segre, il regista Luigi Pane spiega l’esigenza di realizzare un cortometraggio come questo: «La diamo ormai per scontata, questa nostra libertà. Come una relazione stanca, ce la trasciniamo dietro quasi con noia. Ci sembra a tratti addirittura ingombrante e impegnativa nella responsabilità che essa richiede, e allora ecco che cominciamo ad essere attratti, ad ascoltare, a delegare la nostra libertà a chi ci dice di pensare per noi, agire per noi, trovare soluzioni per noi al posto nostro. Perché accade questo? Perché siamo un popolo senza memoria, appunto». 

Reduce dall’uscita del suo primo lungometraggio Un mondo in più (nel cast Francesco Di Leva, Denise Capezza e Francesco Ferrante), con Quasi ora Luigi Pane portava già nella struttura del cortometraggio alcuni dei temi a lui più cari, confermando di essere uno dei nuovi autori del cinema italiano con uno sguardo particolarmente legato al sociale, ai turbamenti del nostro presente, alla memoria storica del nostro paese quanto alla riflessione sul suo futuro. Ad interpretare il dialogo ed il conflitto tra generazioni, rappresentato da una famiglia italiana apparentemente come tante altre, un cast centratissimo con Milena Mancini, Pietro Ragusa, Elisa Visari e Federico Maria Martini. Quasi ora è disponibile su Amazon Prime Video, distribuito da Direct To Digital