Venezia 75: Sulla mia pelle dalla Mostra del Cinema a Netflix

sulla mia pelle

Quando Stefano Cucchi era al CEIS per disintossicarsi i suoi compagni lo chiamavano Pisellino. Perché era piccolo di statura ma col carattere roccioso e la battuta sempre pronta. Boxe nelle mani e impicci nella vita, geometra col viziaccio delle sostanze, aveva provato a uscirne fuori più d’una volta. Per lui si fa piccolo e smagrito Alessandro Borghi (qui la nostra intervista), attore-meraviglia emerso con Non essere cattivo che stavolta trasforma anche la voce, plasmandola sull’ultima telefonata di Stefano. Una registrazione affaticata e inquieta da una di quelle notti dove iniziò la sua fine.

È stato scelto come film d’apertura Sulla mia pelle (qui il trailer ufficiale), in Concorso per la sezione Orizzonti. Quest’anno la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia comincia con un film dolente e impegnato nel mostrare agli occhi del mondo lo scandaloso caso di un ragazzo arrestato per spaccio, pesantemente picchiato senza motivo dalle forze dell’ordine, infine malcurato e malnutrito in ospedale fino alla dipartita. L’ultima settimana raccontata dal film di Alessio Cremonini respira forte come il suo protagonista e ha soffiato sull’internazionale Venezia un vento gelido di malasanità e malagiustizia italiane. Strutturato rispettando seccamente la cronologia dei fatti, si arma di una didascalicità necessaria e severa di luoghi e orari per disegnare la picchiata di un ragazzo capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

 

sulla mia pelleBorghi ricostruisce la figura di Cucchi con l’innocenza colpevole negli occhi di un uomo che pur sbagliando viene punito ben oltre le sue colpe. L’attore accompagna la cronaca cinematografica prodotta da Lucky Red con rigore e fedeltà stupefacenti. Il respiro che viene meno e i dolori fisici sempre più insopportabili si vedono nel loro crescendo in ogni singolo fotogramma. Max Tortora e Jasmine Trinca interpretano padre e sorella della vittima. Ogni ruolo viene ripreso con appassionata attenzione alla realtà. Anche ogni numero della tragedia.

Dramma civile dei nostri giorni, poteva essere traslato in cinema come un legal thriller sull’infinita lotta di Ilaria Cucchi in tribunale, invece mantiene il pudore di una storia essenziale per farci conoscere il ragazzo, la vittima e la sua famiglia tenuta allo scuro di tutto. Il fatto è divenuto simbolo suo malgrado, e questo film, con tutta la sua scrittura penetrante e la sua regia piena di idee sobrie ed efficacissime sarà senz’altro uno dei titoli più applauditi della Mostra. Ci sono momenti toccanti come certi interrogativi sulla fiducia nella legge del padre Giovanni, o di riflessioni e consigli offerti a Stefano da un compagno di cella albanese.

Sicuramente Borghi riceverà molti premi e riconoscimenti anche per questo nuovo lavoro, ancor più coscienzioso e impegnativo di quello per Caligari. Dal 12 settembre Sulla mia pelle sarà sotto gli occhi del mondo perché non uscirà soltanto nei cinema italiani, ma anche sui milioni di dispositivi abbonati a Netflix. Resta curioso come proprio la distribuzione del Presidente dei Distributori Anica, la Lucky Red di Andrea Occhipinti, non abbia concesso alla sala neanche un paio di settimane esclusive prima di far lanciare il film in scala globale su tutti gli schermi possibili, compresi i cinema. Competizione alla pari?