I fratelli Miyakawa in sala con Easy Living, un esordio alla Wes Anderson

fratelli Miyakawa Easy-Ling
Una scena di "Easy Living" dei fratelli Miyakawa

Esce nelle sale, a diversi mesi dalla sua presentazione al 37esimo Festival di Torino, Easy Living, il curioso esordio dei due giovanissimi fratelli Miyakawa (Orso 28 anni, Peter 24), italiani con nonno giapponese cresciuti tra Torino, Tokyo e Milano.

Un’opera prima che, pur con qualche lacuna di cui diremo dopo, racconta con uno stile inconsueto e una certa audacia le stravaganti vicende di un gruppo di personaggi per diversi motivi spaesati e alla ricerca di una svolta.

Il quattordicenne Brando si ritrova all’improvviso a dover passare qualche settimana con la sorellastra Camilla, che per vivere contrabbanda medicine e alcolici a Ventimiglia, al confine tra l’Italia e la Francia. Qui i due si imbattono in personaggi eccentrici almeno quanto loro: Don, un donnaiolo insegnante americano di tennis in crisi con il sogno di fare il pittore, ed Elvis, un migrante clandestino senza fissa dimora con occhiali da sole e camicia hawaiana che spera di poter raggiungere la moglie incinta a Parigi. I quattro imparano e conoscersi e tra loro si sviluppa un inaspettato legame di amicizia che li condurrà a elaborare un’improbabile strategia per far attraversare illegalmente la frontiera ad Elvis.

Tra citazioni stilistiche della Nouvelle Vague e ammiccamenti alla poetica di Wes Anderson, l’esordio nel lungometraggio dei fratelli Miyakawa prova ad affrontare il tema dell’immigrazione e del progressivo inasprimento delle politiche europee sull’accoglienza con uno sguardo leggero e bizzarro, lontano dalle convenzioni cui generalmente si ricorre in produzioni che affrontano argomenti di questo tipo.

Il lodevole tentativo di dare vita a qualcosa di originale tuttavia non sempre è sostenuto da una sceneggiatura all’altezza: la delicata commistione tra ironia e malinconia non è dosata con sufficiente efficacia, la caratterizzazione dei personaggi appare piuttosto sommaria e, tra passaggi narrativi sbrigativi (compreso il finale), Easy Living dà sovente l’impressione di una certa confusione di idee. Ma ai fratelli Miyakawa non manca certo la personalità, per la maturità e l’equilibrio aspettiamo fiduciosi l’opera seconda.