Dietro le quinte di “Rapiscimi”

Sul set di Rapiscimi

Dopo averla combinata grossa ed essersi inimicati tutto il paese, quattro disoccupati calabresi si danno alla fuga nel bosco. Obbligati a trovare una soluzione per ripagare il danno fatto, uno di loro è convinto di avere avuto un’idea geniale che, a suo dire, li farà svoltare. La mano del destino intreccia le sue trame e i quattro ragazzi si troveranno     coinvolti     in    una     storia    rocambolesca       dai     risvolti   tragicomici      assolutamente inaspettati.

UN’ESTETICA AGGRESSIVA CON RED DRAGON E COOKE S4

Il regista Gianluca Gargano e il direttore della fotografia Davide Manca hanno deciso di dare uno stile dinamico e aggressivo all’estetica del film, usando la camera in posizioni estreme per avere inquadrature che sfruttassero al massimo la profondità e la prospettiva e supporti leggeri per permettere molti movimenti di macchina anche in location poco spaziose e scomode.

In questo senso la camera più adatta è la Red Dragon, sia per le sue dimensioni contenute e la facilità di ancoraggio in spazi ridotti, sia per la sua funzione HDR che permette un’esposizione tripla contemporanea, una soluzione molto utile nelle scene tipiche del western.

Le ottiche utilizzate sono state le Cooke s4, per la loro capacità di catturare la luce e non dare aberrazioni anche nelle situazioni più estreme di luce in macchina e poca profondità di campo.

È stata impiegata molta “macchina a mano” nelle scene meno concitate per dare un flow continuo alle battute e quindi alla commedia, e invece molta camera fissa nelle scene più action e nelle sparatorie.

IL REGISTA

Gianluca Gargano, nato in Calabria nel 1975, ha realizzato cortometraggi, lungometraggi, documentari e spot pubblicitari, vincendo negli anni diversi festival con i suoi lavori. Attualmente vive in Francia. Rapiscimi è la sua opera prima.

NOTE DI REGIA

«Rapiscimi è una commedia giovane, lontana dai soliti stereotipi italiani, nonostante l’argomento sia assolutamente italiano, anzi, regionale. Un film per sdrammatizzare e far sorridere sia sulla condizione della disoccupazione giovanile al Sud, sia su un tema delicato come la ’ndrangheta. Ciò che più amo della sceneggiatura è l’atmosfera western che spesso si respira in quel Sud dimenticato da Dio. I silenzi, le sospensioni temporali, gli sguardi a volte di sfida o di complicità, la desolazione della strada principale del paese, sono tutti elementi che si fondono con l’azione del film e l’irrequietezza di alcuni personaggi. E poi c’è il bosco, altro personaggio importante. Il bosco nasconde insidie e sorprese e opera come una mano proveniente dall’alto che muove i fili del destino dei personaggi. Infine la scelta di dare un respiro internazionale è fondamentale per esportare il film fuori dal confine italiano».