“Easy”, un’opera prima “facile facile” a Locarno

Una scena del film Easy

Isidoro, detto Isi (Easy), è un ex campione di go-kart in piena depressione. Il blocco mentale che lo affligge gli ha impedito di continuare a correre, e vincere, e lo ha fatto ingrassare a dismisura. A riscuoterlo dal torpore ci pensa il fratello, imprenditore edile, che lo convince a trasportare la salma di un suo operaio morto in un incidente in cantiere dal Friuli all’Ucraina in un viaggio che si rivelerà pieno di sorprese. Easy – Un viaggio facile facile è l’opera prima di Andrea Magnani, regista legato al Friuli e alla sua cinematografia sempre più vitale, presentato a Locarno nella sezione “Cineasti del Presente”. Una commedia sorprendente, ironica, buffa e tenera, ma ricca di risvolti malinconici. «Ho iniziato a scrivere il film sette anni fa» racconta Andrea Magnani «ma il processo produttivo ha subito dei rallentamenti. A un certo punto si è bloccato a causa della guerra in Ucraina, co-produttore del film. In Ucraina, tra l’altro, è ambientata buona parte della pellicola perciò abbiamo dovuto attendere che la situazione ritornasse sotto controllo».

Easy – Un viaggio facile facile è una commedia di situazioni, ma soprattutto di caratteri. Anzi, di un carattere. Il film ruota attorno al corpulento Isi, presente in tutte le scene o quasi. Una maschera comica notevole, quella di Nicola Nocella, che per il ruolo di Isi mette a tacere la sua parlantina e accentua la propria fisicità ingrassando di venti chili. Il tutto per accentuare l’idiosincrasia al movimento del suo personaggio, costretto a un viaggio rocambolesco che si apre su un carro funebre per poi approdare a ogni tipo di mezzo di trasporto, camion, trattori, carriole, calessi e addirittura un fiume. Lo scopo è quello di trasportare la bara dello sfortunato operaio ucraino morto sul lavoro fino al suo sperduto villaggio. Tra Isi e il suo passeggero defunto si crea un legame speciale, reso sullo schermo dalla capacità di Nicola Nocella di dar vita a una notevole prova fisica ed espressiva che non sfigurerebbe a confronto con certe performance da commedia del muto.

Nicola Nocella in una scena del film Easy

«Per il ruolo di Isidoro sono dovuto ingrassare venti chili, che mi hanno permesso di diventare quella massa informe che è Isidoro» spiega Nic Nocella. «Questi venti chili mi hanno cambiato il modo di camminare, di respirare, sono il motivo per cui Isidoro si muove lentamente e fa sempre fatica. È stato un cambiamento fondamentale per plasmare il personaggio. Da quando Andrea mi ha chiesto di ingrassare ho capito che aveva un’idea precisa e che dovevo fidarmi di lui, infatti aveva ragione su tutto. Sapete quando un attore vi racconta quanto è stato divertente girare un film? Ebbene, girare Easy è stato è stata una fatica tremenda. Ma il risultato è stato incredibile. Queste sono le opere per cui vale la pena fare questo mestiere».

il regista di Easy Andrea Magnani

Ad affiancare Nicola Nocella, nella prima parte del film, troviamo due comprimari d’eccezione: Libero De Rienzo interpreta il fratello, imprenditore truffaldino, ma che ha il merito di riporre ancora fiducia in Isi catapultandolo in un’avventura incredibile, e Barbara Bouchet nei panni della madre di Isi, una signora di mezza età ancora più che piacente fanatica del fitness e del cibo sano. L’esatto opposto del figlio, insomma. Ad accompagnare Isi nel suo viaggio rocambolesco vi sono, invece, due compagni di strada silenti, ma altrettanto notevoli, la bara di Taras, l’operaio morto, e lo sterminato paesaggio ucraino. Dopo un breve passaggio in Ungheria, Isi si ritrova sperduto nel cuore di una nazione e di una popolazione di cui non sa niente. L’uomo entra in contatto con loro con lo sguardo puro di un bambino e pur non capendo una parola di ciò che dicono, riuscirà comunque a trovare un modo per comunicare grazie al suo buon cuore e alla buffa espressività. Il legame con l’Est è forte e lo sguardo si protende verso altri mondi, esulando così dalla tradizione della commedia all’italiana in cerca di nuovi spunti di ispirazione. Come conferma Andrea Magnani «ho abitato a lungo a Trieste e la vicinanza col confine mi ha sempre fatto venire la voglia di guardare oltre. Mi auguro che anche altri seguano il nostro esempio».