“La porta rossa”, fantasmi d’Italia

In onda questa sera su RAI2, La porta rossa rappresenta un nuovo genere di serialità televisiva made in Italy, che unisce il thriller al crime, con un pizzico di paranormale.

Scritta da Carlo Lucarelli e diretta da Carmine Elia, la fiction ha come protagonista Leonardo Cagliostro (Lino Guanciale), commissario che vive a Trieste insieme alla moglie Anna (Gabriella Pession), magistrato. Un incontro con un informatore e il commissario Cagliostro viene ucciso, freddato dai diversi colpi di pistola. E qui entra in gioco quello che non ti aspetti. Il suo spirito rimane sulla terra con un preciso obiettivo: scoprire la verità sul suo omicidio e salvare la vita di Anna.

Il noir la fa da padrone, ma è interessante l’aspetto paranormale presente nella serie, come ci ha raccontato il produttore Tommaso Dazzi.

«Lucarelli ha ideato il progetto lavorando sul fantastico, con l’intento di offrire qualcosa di nuovo al panorama della fiction italiana: il fascino misterioso del paranormale all’interno di una trama gialla. Quando cinque anni fa è stato scritto il soggetto, dominava un impianto più tradizionale, con la storia di un poliziotto che muore e che non esce dal mondo per cercare il suo assassino. Il cambiamento arriva in seguito, in risposta alle richieste della fiction RAI che voleva qualcosa di nuovo. Ecco quindi arrivare la componente fantastica e una figura femminile che conquista il ruolo di co-protagonista, per dare più valore ai sentimenti».

Per l’aspetto paranormale avete preso spunto da altre serialità televisive?

Non volontariamente. C’è ovviamente un riferimento a Lost e soprattutto a Ghost, un film che in molti hanno a cuore.

(Troverai l’articolo completo su La porta rossa e le altre fiction internazionali dedicate al paranormale sul prossimo numero di “Fabrique du Cinéma”)